giovedì 5 giugno 2014

Un metro e tante misure.

Un voto è un modo di valutare.

E' possibile valutare un prodotto o un processo.

Quando valuto un prodotto, per fare un esempio neutro, un cibo, vado a valutare il gusto, l'equilibrio tra odori e sapori, la consistenza, il modo in cui mi dà emozioni mangiandolo.

Quando valuto un processo, valuto come quel cibo è stato fatto. Posso valutare, quindi, se gli ingredienti venivano da una filiera controllata, o se erano addirittura magari biologici o di derivazione industriale, oppure se il modo in cui è stato confezionato il piatto ha utilizzato determinate tecniche o meno.

Ancora potrei valutare tale processo nel tempo.

Lo stesso cuoco inizialmente usava prodotti scadenti, da discount, friggeva nell'olio di palma, e scuoceva la pasta. Poi è passato a cuocere meglio la pasta e a usare olio di semi di girasole.

Se valuto il piatto magari nel suo gusto  è ancora insoddisfacente, ma se valuto il processo devo premiare il percorso perché il nostro cuoco non perda la rotta, anche se la strada verso le stelle Michelin è ancora lunga.

Ci va del coraggio a premiare il processo. Bisogna essere intelligenti e vedere lungo. Ma in alcuni contesti, e tra questi TUTTI quelli in cui la finalità è educativa, è addirittura fondamentale.

Nel mondo dei bambini e quindi nella scuola e soprattutto nelle elementari è necessario premiare il processo. I bambini sono "in movimento" e la motivazione ad apprendere e a far meglio non può che muoversi in relazione a dove andrà la valutazione. Premiare il processo dovrebbe essere considerato di base come è di base avere un banco o una sedia, anzi più basilare ancora.
Premiare il processo è l'aria.
L'aria che ossigena il cuore della motivazione.

La valutazione resta un elemento fondamentale dell'apprendimento a scuola e se si decide di utilizzarla bisognerà sfruttarla per dirigere i comportamenti dei bambini e non per etichettare le pagine.

Ogni pagina andrà valutata in relazione alle altre. Non si può dare 5 perché ci sono 5 errori. Se gli errori prima erano 20 e ora sono solo più 5, ad esempio, bisogna aver coraggio, vedere lungo e scrivere un 8 corredato da un giudizio entusiastico "Bravo, ti sei proprio impegnato a rileggere: continua così!"

Solo in questo modo è lecito utilizzare i voti, e soprattutto i voti numerici con i bambini.

Anche se i voti numerici sono solo 10, non vanno utilizzati con uno standard sempre uguale, ma con un metro flessibile e centrato sui bambini.

Bisogna imparare e fare propria la teoria incrementale dell'intelligenza, per passare ai nostri bambini la sacrosanta convinzione che migliorare è sempre possibile, che ciò che ho fatto oggi è frutto del mio impegno, non di mie intrinseche qualità (perché se quelle qualità non le ho sarò fregato a vita), e che potrò fare ancora meglio in futuro.

I voti se ben utilizzati possono essere al servizio di questo.
Mal utilizzati invece minano alla radice il desiderio di far meglio.

Sia nei bimbi che fanno fatica, che in quelli che non ne fanno.
I secondi infatti, anche se premiati, si sentono premiati per qualcosa che possiedono in modo entitario, e al primo insuccesso penseranno di aver perso l'abilità. Sono forti, se vogliamo, di qualcosa di fragile che si può incrinare e rompere lasciandoli con nulla in mano.

Io dico o voti sull'impegno o nessun voto.
Il voto al piatto lo diamo a fine scuola alberghiera, ora dobbiamo tracciare il percorso

Un metro, tante misure.


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